La parete dietro la zona operativa della cucina deve essere “protetta”. La soluzione più tradizionale è quella di scegliere un rivestimento in piastrelle.
In cucina le pareti dietro lavello e fuochi devono essere protette. Al posto di schienali e alzate da acquistare dal rivenditore dei mobili, una soluzione pratica è quella di ricorrere a un rivestimento in piatrelle. Che dovrà essere in armonia per colore e stile con il pavimento, con le altre pareti non rivestite e anche con i mobili. Come sempre vale la regola di optare per colori chiari se la cucina è piccola o buia e se i mobili sono scuri in modo da creare un gradevole contrasto e dare più luce all’ambiente. Vero anche il contrario: se i mobili sono bianchi o in essenze chiare, stanno molto bene anche rivestimenti grigi o marroni che fanno risaltare l’arredo. Meglio non mischiare troppi colori.

Come scegliere il rivestimento giusto

La parete soggetta al rivestimento in cucina è solitamente quella in cui si trovano il piano cottura, il lavello e il piano di lavoro – le altre pareti sono normalmente solo tinteggiate. Proprio per questo motivo è necessario fare i conti con sollecitazioni e imprevisti: macchie, sporco e grasso derivanti dalla cottura degli alimenti così come la caduta di utensili sonoall’ordine del giorno. Vista la destinazione d’uso il rivestimento da parete per la cucina deve essere facile da pulire e resistente a calore e macchie. Inoltre deve poter sopportare l’aggressione degli agenti chimici contenuti nei detergenti.

Sul mercato ci sono proposte davvero illimitate per tipologie, colori e decori

Per la cucina si possono usare piastrelle in monocottura, a pasta bianca o rossa, cioè prodotte cuocendo a temperature altissime, superiori ai 1000 °C, supporto e smalto contemporaneamente. I rivestimenti in bicottura, più delicati della monocottura, sono più consigliati per la parete. Questa tecnica di lavorazione prevede due cotture distinte: la prima per il supporto, la seconda per lo smalto, uno strato vetroso trasparente, che rende brillante la superficie – l’antica tradizione italiana della maiolica, per esempio, è realizzata con bicottura. Anche il gres porcellanato può essere utilizzato per rivestire le pareti in cucina. È un materiale molto resistente composto di una miscela di argille, quarzi e altri minerali e può avere la superficie smaltata o porcellanata: sono disponibili piastrelle con superficie levigata (lappata), con un effetto setoso e reso lucido dall’usura del tempo o con un’estetica che ricorda molto le pietre naturali.

Decori e mosaici

Grazie alle moderne tecniche di stampa digitale è possibile riprodurre sulle piastrelle qualsiasi tipo di texture e finiture, cosicché non ci sono più limiti alla fantasia. Lo dimostra l’enorme varietà di decori e mosaici che consentono di personalizzare anche soltanto alcuni punti precisi della parete della cucina, come per esempio la fascia più bassa dietro il piano cottura e il piano di lavoro: con i decori, che sono realizzati con piastrelle smaltate, e i mosaici si possono creare cornici e composizioni anche molto complesse, ma di grande effetto. La tecnica del mosaico è oggi molto semplificata rispetto a quella del passato, poiché la posa avviene come se si trattasse di piastrelle: le tessere sono fornite su rete o fogli, in genere nel formato 30 x 30 cm, molto flessibili e che permettono di rivestire anche superfici curve o con spigoli. Ciò riduce sensibilmente i tempi di lavorazione e permette di ottenere una composizione regolare e perfettamente allineata, ciononostante la posa richiede molta precisione e per questo motivo è bene rivolgersi a personale specializzato. Per ottenere un effetto decorativo geometrico si possono anche usare fasce verticali di listelli bicolori, composte anche da pezzi diversi tra loro per dimensioni e finitura – una superficie uniforme, pur con pezzi differenti, si ottiene con piastrelle dello stesso spessore. Se la cucina è poco luminosa, meglio scegliere piastrelle a superficie lucida che riflettono la luce: in commercio si trovano modelli che riproducono la tradizionale tecnica diamantata.

I consigli dell’esperto
  • Al momento dell’acquisto conviene ordinare sempre almeno il 10% in più delle piastrelle necessarie (1-2 mq), soprattutto dei pezzi speciali, per avere una scorta in caso di eventuali riparazioni.
  • Al momento della scelta tenere presente che l’illuminazione artificiale modifica i colori delle piastrelle.
  • Per la pulizia basta di solito passare un panno morbido imbevuto d’acqua. Usare in ogni caso detergenti neutri o specifici per la ceramica, perché quelli aggressivi possono col tempo opacizzare la superficie delle piastrelle e addirittura sgretolare il materiale cementizio usato per le fughe.

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